di don Curzio Nitoglia 1
postato: 13 dicembre 2016
Introduzione
Qualche mese fa, il Gran Maestro della Massoneria italiana, recentemente dimissionario, Giuliano Di Bernardo, dichiarava a La Stampa di Torino: «Si comincia coi massoni e si finisce cogli ebrei» 2. E l'ex Gran Maestro, Armando Corona (1921-2009), aggiungeva: «Le persecuzioni dei massoni e degli ebrei vanno sempre appaiate».
Anche nella recensione al libro Israele e l'umanità, comparsa sulla rivista del Grand'Oriente d'Italia Hiram 3, si può leggere la seguente frase del rabbino cabalista Elia Benamozegh (1823-1900): «Quel che è certo è che la teologia massonica corrisponde abbastanza bene a quella della Càbala» 4. Il ripetersi di queste affermazioni variamente evidenziate ha motivato l'interesse per l'argomento e suscitato la curiosità di approfondire i rapporti esistenti tra giudaismo e Massoneria; da questo studio è nato il presente articolo.
Giuliano Di Bernardo Armando Corona Elia Benamozegh
L'origine della Massoneria (argomenti di autorità ebraiche, massoniche e cattoliche)
Bernard Lazare (1865-1903), noto scrittore ebreo, afferma: «È certo [...] che vi furono degli ebrei alla culla della Massoneria, degli ebrei cabalisti, come lo provano alcuni riti conservati» 5. L'ebreo convertito Joseph Lémann (1836-1915) scrive:
«Che vi sia nel giudaismo una predisposizione alla Massoneria: è incontestabile. Questa predisposizione gli viene dal suo odio contro Cristo [...]. È [...] noto storicamente che [...] l'antagonismo ebraico, in cerca di una rivincita, lungi dal respingere il concorso delle società segrete, le ha sempre utilizzate [...] secondo i proprî interessi contro Gesù Cristo e la sua Chiesa» 6.
Henri-Charles Puech (1902-1986), il grande storico (massone) delle religioni, scrive:
«Spesso antisemitismo ed odio antimassonico sono andati assieme [...]. La maggior parte dei nomi sacri e delle parole d'ordine dei diversi Gradi massonici sono ebraici. Da sottolineare l'esoterismo cabalistico delle due Colonne, dei tre Pilastri, della stessa disposizione degli Ufficiali nel Tempio [...]. Occorre mostrare come le diverse forme della Tradizione occidentale esoterica (Càbala giudaica, ermetismo cristico dei Templari, ecc...) siano integrati, avviluppati nella piramide massonica» 7.
Bernard Lazare Joseph Lémann Henri-Charles Puech
Il gran rabbino di Francia Joseph Haïm Sitruk (1944-2016) ha recentemente affermato: «Il giudaismo impregna tutto il mondo moderno, specialmente con la Rivoluzione Francese e la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo» 8. Il giornale israelitico The Jewish Tribune ha scritto: «La Massoneria è basata sul giudaismo» 9. S. McGowan: «La Massoneria è fondata sull'antica Legge d'Israele» 10, che è quella talmudica e non mosaica.
L'ex gran rabbino di Francia Joseph Haïm Sitruk.
Rudolf Klein: «Il nostro rituale è ebraico dall'inizio alla fine» 11. Anche l'autorevole rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica riprendeva tale tesi scrivendo:
«Il giudaismo non tardò [...] ad intromettersi (nella Massoneria) e [...] ad informarla col suo spirito, ad indirizzarla ai suoi intendimenti, ad incorporarsela [...]. Per tentare l'abbattimento della religione cristiana [...] occorreva agli ebrei lavorare sott'acqua, e dissimulatamente mandare avanti altri, e dietro loro nascondersi [...]: insomma, bisognava dare l'assalto con soldatesche non proprie [...]. E a questa impresa han posto mano, mettendosi a capo del mondo occulto, per mezzo della Massoneria che si son assoggettata [...]. Si tiene per certo che tutta intera la compagine della Massoneria è regolata da un sinedrio ebraico [...]. Nell'atto pratico, giudaismo e Massoneria si confondono e si immedesimano, come il ferro colla mano dell'assassino che lo vibra [...]. Il fine ultimo al quale il giudaismo mira [...] per mezzo del massonismo [...] è il dominio universale, l'impero del mondo» 12.
Gli autori finora citati, ebrei o massoni, dicono chiaramente che tra Massoneria e giudaismo vi è un rapporto assai stretto: ma qual'è la natura di questo rapporto? Nella seconda edizione delle Costituzioni di Anderson-Desaguliers (Londra 1738), troviamo questo passaggio: il Massone è tenuto «ad osservare la legge morale come vero noachide» 13. Cosa significa ciò?
«Dal punto di vista del giudaismo, il noachismo è la sola religione ancora in vigore per l'umanità non ebraica, esercitando i giudei la funzione di sacerdoti dell'umanità ed essendo sottomessi [...] alla legge di Mosè» 14.
Ancor meglio spiega un grande specialista, il rabbino di Livorno Benamozegh:
«L'ebraismo ammette un duplice culto: il culto laico, noachide, dell'umanità, e il culto sacerdotale di Israele [...]. Il legame che nell'ebraismo riuniva i due culti [...] è l'organizzazione del genere umano in sacerdoti (gli israeliti; N.d.R.) e laici (i non-israeliti; N.d.R.) [...]. Il compimento della legge noachide è [...] quel minimo di religione e di moralità a cui nessuna società al mondo può rinunciare se non vuole estinguersi irrimediabilmente [...]. Il noachide è uno straniero non sottomesso alla religione mosaica. Si tratta dei "proseliti della porta (non del tutto convertiti all'ebraismo; N.d.R.), i quali sono concittadini senza essere correligionari; si differenziano dai "proseliti di giustizia", del tutto convertiti all'ebraismo [...]. Il noachide (o proselito della porta) non era sottomesso alla circoncisione [...]: è il gentile che ha accettato i sette precetti di Noè e non si è né circonciso né battezzato» 15.
Il massone, dovendo sottomettersi alla legge noachide, non è perciò nient'altro che il fedele laico del prete ebreo che è sottomesso alla legge mosaica o meglio ancora talmudica. Infatti, è noto che il massone vuol ricostruire il Tempio di Salomone, ma qual'è il senso vero e nascosto di tale asserto? «Quando Salomone procedette al censimento, degli stranieri o noachidi (i massoni di oggi; N.d.R.) [...], essi vennero scelti per lavorare all'edificazione del Tempio» 16.
Dunque, il massone, odierno noachide, per sua libera scelta, deve costruire il Tempio d'Israele sotto le dipendenze del giudeo, suo sacerdote e maestro. Ma cosa significa esattamente ricostruire il Tempio? Ecco cosa risponde Benamozegh:
«La casa di Dio (il Tempio; N.d.R.) [...] era un'immagine e come un riassunto dell'intero Universo. L’attento esame della sua architettura [...] rivela il suo carattere eminentemente simbolico [...]. In tal modo era simboleggiata la separazione esistente tra il genere umano e il popolo sacerdotale [...]. Così, il luogo santo, ossia il recinto di mezzo, non rappresentava l'uomo in generale, ma in special modo l'Israelita; il sagrato tutto il resto della famiglia di Adamo, e l'insieme dell'edificio, tutto il nostro Universo [...]. I rabbini posteriori al Talmud [...] confermarono tutti la concezione di religione universale che si rivela [...] nella forma del Tempio [...]. Vediamo ora che parte abbiano avuto i gentili nell'edificazione del santuario [...]. È Hiram, che su richiesta di Salomone, fornisce i materiali e gli artisti necessari alla costruzione del Tempio [...]. Hiram, che la Scrittura ha cura d'indicare come figlio di madre ebrea e di padre originario di Tiro, come se nella sua persona Israele e la Gentilità si associassero per l'opera divina» 17.
Costruire il tempio significa dunque fondare la religione universale in cui il giudeo è il sacerdote e il massone il semplice fedele. Infatti:
«Quali sono le condizioni proclamate essenziali perché la preghiera dei gentili sia ascoltata da Dio? La loro adorazione deve essere in primo luogo conforme a quella degli israeliti [...]. Devono poi riconoscere la missione sacerdotale degli ebrei» 18.
Pertanto, commenta U. Fidele, «un buon massone non sarebbe nient'altro che un "laico" d'Israele». In altre parole: la Massoneria era, fin dalle sue origini, un'organizzazione destinata a giudaizzare i goym (i non-ebrei) 19. Benamozegh conferma a sua volta: «La religione universale, non consiste in una pura e semplice conversione dei gentili al mosaismo, ma nel dovuto riconoscimento da parte dell'umanità della verità della dottrina d'Israele» 20.
In breve, il massone deve aiutare, da buon laico fedele, il suo maestro e sacerdote ebreo a convincere tutti i pagani che l'unica vera religione è quella talmudica, della quale i pagani entreranno a far parte non a titolo pieno, ma come noachidi.
«L'edizione del 1738 (delle Costituzioni di Anderson) va oltre, travalica i limiti del cristianesimo - scrive il professor Vannoni - in quanto dichiara che la religione su cui tutti gli uomini convengono è rappresentata dai principî del noachismo. Cristo è superato in una regressione temporale fino al patriarca antidiluviano Noè, "Noah" in ebraico [...]. Occorre notare [...] che il Vecchio Testamento narra di Noè, ma non fa parola dei principî noachici, per i quali si deve ricorrere al Talmud. Dunque, con la seconda edizione delle Costituzioni di Anderson la Massoneria compie un passo più lungo [...] andando ad attingere nel Talmud i proprî fondamenti ideologici ufficiali» 21.
Sopra: le Costituzioni di James Anderson.
È lecito perciò concludere già fin d'ora che la Massoneria è una società d'origine talmudica! La Verité Israélite, una rivista ebraica di Parigi, nel 1861, riassumeva molto bene i rapporti che esistono tra giudaismo e Massoneria:
«Questi rapporti sono più intimi di quanto non si pensi. Il giudaismo deve mantenere per la Massoneria in genere, una viva e profonda simpatia [...]. Lo spirito della Massoneria è lo spirito del giudaismo nei suoi dogmi fondamentali, è il suo ideale, è il suo linguaggio, è quasi la sua organizzazione [...]. Il Tempio che bisogna costruire, da quando il santuario di Gerusalemme è stato distrutto [...] è il santuario morale, il divino asilo in cui si riuniranno un giorno [...] tutti gli uomini riconciliati» 22.
Commenta Leon de Poncins (1897-1975):
«L'unità del genere umano alla quale ebrei e massoni lavorano è l'unificazione del mondo sotto la legge ebraica» 23. Alcuni autori pensano che il giudaismo sia l'origine e la causa della Massoneria, per esempio Mons. Ernest Jouin (1844-1932):
«I massoni sono tra le mani dei giudei che imprimono una direzione unica alle Logge sparse e moltiplicate da essi in tutto l'Universo. Queste Logge massoniche, d'altronde, saranno o soppresse coll'avvento del Supergoverno d'Israele (il Nuovo Ordine Mondiale; N.d.R.) [...]. I massoni sono, con i giudei, i fedeli della Contro-Chiesa: subiscono l'unica direzione di un anti-papismo mondiale [...]. I massoni compongono il terz'ordine mendicante degli ebrei. Al contrario, a sentire certi massoni, non esiste né parentela né fraternità tra Loggia e ghetto [...]. In Ungheria, invece, in cui la dissoluzione delle Logge (1920) ha dato luogo alla divulgazione di più documenti [...] si ha la prova che vi è una questione ebraica e una questione massonica, e che l'una e l'altra sono indissolubilmente connesse [...]. La questione massonica dipende da quella ebraica [...]. Bisogna dunque affermare che la Massoneria è figlia del giudaismo? Non sarebbe un errore, ma si mancherebbe di precisione: il giudaismo è il nonno della Massoneria che ha come padre il Rinascimento, l'Illuminismo e la Riforma protestante. Ma le influenze del giudaismo sono assai forti nell'Umanesimo, nell'Illuminismo e nel protestantesimo» 24.
Un altro autorevole autore, Édouard Drumont (1844-1917), scrive:
«La lotta contro la fede (dei cristiani) [...] è la persecuzione di tre religioni che vogliono opprimerne un'altra. Se gli ebrei, assieme ai massoni, si sono distinti per un odio speciale contro Colui che hanno crocifisso, se furono il capo del movimento (rivoluzionario) [...] essi furono poi aiutati dai protestanti (che odiavano la Chiesa e il Vicario di Cristo) [...]. La Massoneria è un ordine religioso in rivolta [...]. L'origine ebraica della Massoneria è manifesta [...]. Aprite qualsiasi rituale e tutto vi parla di giudaismo. "Kadosh", 30° Grado, vuol dire "santo" in ebraico [...]. Simpatia e tenerezza per Gerusalemme e i suoi rappresentanti; odio per Cristo e per i cristiani: tutta la massoneria è qui [...]. La Massoneria fu una sorta di giudaismo aperto (ai gentili) [...], un ufficio di pubblicità in cui gli ebrei fraternizzavano con degli uomini che non avrebbero potuto incontrare a casa loro. Nascosto e riparato dietro questa macchina di guerra che lo nascondeva, l'ebreo poté compiere il male, senza esserne il responsabile» 25.
Leon de Poncins Mons. Ernest Jouin Édouard Drumont
Gli ebrei nella preparazione della Massoneria
È anche molto interessante la testimonianza del celebre autore ebreo James Darmesteter (1849-1894):
«L'ebreo cerca i punti più vulnerabili della Chiesa, ed egli ha al suo servizio - per poterli scoprire - oltre la conoscenza dei Libri santi, la sagacia dell'oppresso. Egli è il dottore dell'incredulo, tutti i rivoltosi spirituali si rivolgono a lui, nell'ombra o in piena luce. Egli lavora nell'immenso laboratorio della bestemmia [...]. É lui che forgia tutto quell'arsenale assassino di ragionamenti e d'ironia che armerà gli scettici del Rinascimento e i libertini; e quel certo sarcasmo di Voltaire non è che l'ultima eco di una parola mormorata [...] sei secoli prima, nell'ombra del ghetto, o meglio ancora ai tempi di Celso e di Origene, alla culla stessa della religione di Cristo» 26.
Sopra: James Darmesteter.
Da tutte queste correnti anticristiane è infine nata la Massoneria, figlia del paganesimo rinascimentale, dell'Illuminismo e del libero esame protestante, nipote dell'odio giudaico contro Nostro Signore Gesù Cristo e pronipote di Lucifero.
«La Massoneria moderna [...] si ricollega non solo alla Massoneria operativa ove si sono infiltrati dei membri onorari che l'hanno trasformata in Massoneria speculativa, ma anche alle sétte, alle società segrete, occultiste e cabaliste, che le sono anteriori, e nelle quali si ritrova l'elemento ebraico» 27.
Gli ebrei all'origine della Massoneria
«Le Logge martiniste furono mistiche, mentre gli altri ordini della Massoneria erano piuttosto razionalisti; ciò ci permette di affermare che le società segrete rappresentano i due aspetti dello spirito ebraico: il razionalismo pratico e il panteismo [...] che sfocia nella magia cabalistica [...]. Gli ebrei sono riusciti ad essere i buoni agenti delle società segrete, poiché le dottrine di queste società si accordavano con le loro» 28.
Ordine Martinista.
Una rivista massonica degli Stati Uniti scriveva:
«L'autore (dell'articolo: N.d.R.) ha spesso notato come un ebreo, educato nell'ortodossia giudaica riceva la luce massonica [...]. Alcuni fratelli ebrei che vengono dall'Europa, ove la razza giudaica è perseguitata, trovano la luce e la libertà massoniche così confortanti, che credono ritrovarvi il giudaismo più puro [...]. Ma la vera ragione per la quale l'ebreo istruito nelle Scritture e nel Rituale della sua religione è famigliare coi dettagli che la più antica Massoneria gli offre, è che le cerimonie ebraiche riproducono attualmente tutti i segni massonici, la maggior parte dei nostri simboli e una gran parte della fraseologia dei Gradi massonici» 29.
Anche il gesuita Padre Giovanni Caprile scrive:
«Nella Massoneria andarono a confluire una quantità di idee e di elementi proprî di correnti [...] cabalistiche [...] attinti all'ebraismo [...]. L'anno massonico si ottiene aggiungendo 4000 all'anno corrente [...]. Il Rito Scozzese segue l'anno ebraico computato aggiungendo a quello in corso la cifra 3760» 30.
Sopra: candidato al momento dell'iniziazione.
E ancora, se il dottor Isaac Mayer Wise (1819-1900) dice: «La Massoneria è un'istituzione ebraica, la cui storia, i regolamenti, i doveri, le parole d'ordine e le spiegazioni sono ebraiche dall'inizio alla fine» 31, Mons. Jouin può concludere: «La Massoneria è un'istituzione marchiata fina dalla sua nascita con un impronta ebraica, col suo duplice carattere deicida e satanico» 32. Notevole interesse riveste l'affermazione a tale proposito del giornalista Bernard Lazare:
«Era inevitabile che l'ebreo avesse un ruolo nelle rivoluzioni: e lo ha avuto [...]. I talmudisti furono ad un dato momento dei filosofi razionalisti [...]. Questi razionalisti [...] (dal X al XV secolo, fino al Rinascimento) furono gli ausiliari di ciò che potrebbe essere chiamata la rivoluzione generale nell'umanità. Aiutarono l'uomo [...] a sbarazzarsi dei vincoli religiosi [...]. Nel tempo in cui il cattolicesimo e la fede cristiana erano il fondamento degli Stati, combatterli o fornire delle armi a coloro che li attaccavano, significava fare opera rivoluzionaria [...]. Gli ebrei appoggiarono il materialismo arabo, che scosse così fortemente la fede cristiana e sparse l'incredulità, a tal punto che si affermò l'esistenza di una società segreta che aveva giurato la distruzione del cristianesimo [...]. Gli ebrei furono assai numerosi nelle società segrete che formarono l'armata combattente rivoluzionaria, nei gruppi della Carboneria, nell'Alta Vendita romana, dappertutto, in Francia, in Germania, in Svizzera, in Austria, in Italia [...]. Essi sono stati tra i fondatori del capitalismo industriale e finanziario, e hanno protestato con veemenza contro il capitale [...]. Furono tra coloro che prepararono la rivoluzione col pensiero e tra coloro che la tradussero in atto [...]. Marx, discendente da una famiglia di rabbini [...], ereditò tutta la forza logica dei suoi avi, fu un talmudista lucido e chiaro [...] che fece della sociologia e applicò le sue qualità native di esegeta alla critica dell'economia politica. Fu animato da quel vecchio materialismo ebraico che sognò sempre un paradiso realizzato sulla terra [...], ma non fu solo un logico, fu anche un rivoltoso, un agitatore, un aspro polemista e prese questo dono del sarcasmo e dell'invettiva [...] alle fonti ebraiche» 33.
Sopra: rabbi Isaac Mayer Wise.
Direzione ebraica della Massoneria?
Oggi più che mai, la Massoneria è la padrona del mondo, in quanto è la «mobilitazione delle forze del male che attaccano la società e la religione» 34. L'ideale massonico è quindi
«la supremazia della ragione sulla fede, la proclamazione dei Diritti dell'Uomo [...]. È il libero esame, la morale libera e indipendente, la libertà di coscienza [...] che sfocia nella laicizzazione della società, in breve è il ritorno al paganesimo» 35. «L'ideale massonico - ideale rivoluzionario e pagano - è opposto a quello cattolico, di qui il vero fine internazionale della Massoneria: la distruzione del cattolicesimo [...]. La parola d'ordine della Massoneria è stata ben riassunta da Piccolo Tigre: "Noi cospiriamo solo contro Roma" [...]. In Francia, la rivista (massonica) "L'Acacia" chiama continuamente la Massoneria: "la Contro-Chiesa, la Chiesa dell'eresia, cioè dell'opinione; la Chiesa del libero pensiero e del libero esame» 36.
Sopra: i Diritti di Dio sostituiti dai Diritti dell'Uomo. Notare la simbologia massonica.
Proprio in relazione all'ispirazione ebraica della Massoneria e del suo asservimento ai fini di dominio mondiale degli ebrei, riveste particolare interesse l'affermazione del massone Albert J. G. Findel (1836-1905): «Un dì, sono intervenuto con calore per gli ebrei, poiché mi sembravano degli oppressi. Ora ho capito che sono i nostri oppressori» 37. Gli ebrei usano i massoni per scatenare la Rivoluzione in tutte le nazioni.
Antagonismo di fini e di identità di lavoro tra Massoneria e giudaismo
«La Repubblica Universale, frutto della rivoluzione sociale, è soltanto il penultimo atto del dramma massonico. Quale sarà l'ultimo? Il Supergoverno ebraico. La rovina è compiuta, perciò la Massoneria, che è soltanto opera di distruzione, deve scomparire [...]. Infatti, l'antagonismo della Massoneria e dell'ebraismo è irriducibile. I massoni vogliono la Repubblica Universale come fine ultimo, la fratellanza, l'umanitarismo, il regno del popolo [...]. Gli ebrei vedono nella Repubblica Universale soltanto il trampolino per dominare le nazioni decadute [...] e stabilire il super-governo di Israele, basato su una dittatura, un'autocrazia, una tirannia sconosciute [...] nel passato. Il lavoro giudaico-massonico è lo stesso; il fine e l'ideale degli ebrei e dei massoni è opposto "per diametrum". Così, il vero nemico è l'ebreo [...]. Nella Storia ci si trova davanti a due città: quella di Dio e quella di Satana. Da venti secoli la città di Dio è la Chiesa cattolica e la città del male è il popolo ebraico, popolo internazionale, sparso su tutta la terra [...]. Qui la lotta eterna del bene e del male, di Cristo e di Satana, si gioca tra il popolo cattolico e il popolo ebraico» 38.
Che fare?
Dopo tutto quello che si è detto quali rimedi si possono approntare? Non certo i pogrom. Né il ghetto (è ormai lontana la cristianità medievale in cui, come diceva Leone XIII «la filosofia del Vangelo governava gli Stati»); anche la conversione degli ebrei è un mistero della fede la cui realizzazione non dipende da noi. Solo un rimedio ci è dato: la nostra conversione: infatti, il giudaismo imperante è il castigo del cattolico tiepido. Il giudaismo penetra nella società nella misura in cui essa rigetta il Regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo.
«Più rigetterete la povertà di Gesù Cristo per adorare il vitello d'oro, più l’ebreo monopolizzerà la fortuna pubblica e cambierà in banche i nostri palazzi più belli. Più rigetterete la purezza di Gesù Cristo, più l'ebreo seminerà la corruzione dei costumi [...]. Più rigetterete l'umiltà di Gesù Cristo, più esalterete l'uomo [...] per farne un "dio", più tali vane adulazioni del pensiero umano lo circonderanno d'ignoranza e di tenebre [...]. La conversione è l'unico rimedio. Fate rientrare Gesù Cristo e l'ebreo indietreggerà, i mercanti del Tempio vedranno le loro tavole rovesciate [...]. In una parola cessiamo di giudaizzarci. Allora l'ebreo ridiverrà l'ebreo errante e si rinchiuderà nei ghetti, aspettando la sua conversione sincera, il giorno in cui noi ridiverremo sinceramente cattolici» 39.
La teologia della Massoneria è quella della Càbala
Il rabbino di Livorno Elia Benamozegh ammette l'identità tra le due teologie; analizziamo ora più in profondità, in cosa essa consista.
«I dogmi della Massoneria sono quelli della Càbala, e in particolare quelli del libro "Zohar". Questo fatto non è palese in nessun documento massonico. È questo uno dei grandi segreti che gli ebrei hanno saputo serbare per se stessi [...]. L'insegnamento della dottrina massonica è velato [...] sotto tre "decorazioni" ed "emblemi", che sono derivati dall'invisibile autorità suprema della Massoneria, come i tre "Sefiroth" superiori e i sette inferiori emanano dall'inscrutabile "En soph" della Càbala [...]. Secondo la Massoneria cabalistica, il Triangolo equilatero è un emblema della Trinità infinita [...], di cui l'uomo è un'emanazione finita [...] I tre punti (.˙.) rappresentano una forma limitata [...] dell'Essere infinito che è rappresentato dal Triangolo in linee (Δ). I punti che i massoni aggiungono al loro nome sono una professione di fede, essi esprimono con ciò la loro credenza al dogma fondamentale [...] del loro Ordine, che l'uomo è un'emanazione individuale della divinità e quindi divino lui stesso [...]. Essi si rendono colpevoli di un'audace deificazione dell'uomo» 40.
Per i cabalisti, l'En soph (l'infinito: en=senza; soph=limite), o Ain soph, è piuttosto l'indeterminato che l'infinito, la pura potenza o materia prima (la «materia matrix», come la chiamerà Teilhard de Chardin), che l'Atto puro. Da esso emana necessariamente l'individuo che è dunque della sua stessa sostanza «divina». Come si vede, tale concezione è il panteismo che è la negazione della differenza essenziale tra Dio e l'Universo, è la deificazione della creatura, è l'antica tentazione demoniaca che ripete all'uomo: «Voi sarete come Dio» (Gn 3, 5).
«L'idea di Dio è la pienezza infinita di tutte le perfezioni possibili. L'idea dell'"En soph" cabalistico è il vuoto assoluto [...], uno zero perfetto, il Nulla infinito [...]. Dio è l'Essere supremo; l'"En soph" è un'astrazione puramente mentale, un idolo immaginario, scioccamente adorato dagli ebrei cabalisti e dai massoni come causa prima» 41.
Sopra: l'Albero cabalistico sovrastato dall'Ain Soph, il Nulla infinito.
Se Dio è emanato dal Nulla, ecco aperte le porte all'ateismo.
I Diritti dell'Uomo sostituiscono quelli di Dio
Il creato è perciò un'emanazione dell'indeterminato; tale dottrina la si può chiamare deificazione o culto dell'uomo, oppure antropomorfismo di Dio.
«Mettere i Diritti dell’'Uomo al posto della legge divina, stabilire il regno dell'umanità al posto di quello del Creatore, è questo il fine supremo delle società segrete [...]. Le sétte per realizzare questo fine si accaniscono contro la Chiesa cattolica [...]. Ciò che vogliono colpire è la Sede Romana, che fa sì che la Chiesa cattolica non si abbasserà mai a diventare una chiesa nazionale come quella ortodossa o anglicana, ma resterà sempre universale [...]. Corrompere la Chiesa, trasformare il cattolicesimo [...] è il sogno delle sétte [...]. "Ciò di cui abbiamo bisogno è di un papa secondo i nostri pensieri", scriveva il capo dell'Alta Vendita 42, [...]. Se un simile disegno potesse realizzarsi (e purtroppo con il Vaticano II si è realizzato: N.d.R.), la Rivoluzione sarebbe veramente padrona del mondo e il Regno di Satana sostituirebbe quello di Cristo (ma "le porte dell'inferno non prevarranno" definitivamente; N.d.R.)» 43.
Sopra.: 15 maggio 2009; Benedetto XVI, Benjamin Netanyahu e Shimon Peres
all'aeroporto di Tel Aviv in occasione della visita di Joseph Ratzinger in Terra Santa.
Scopo della Càbala e della Massoneria
Scrive Padre Caprile: «Molti non lo crederebbero, eppure come scopo ultimo della sua attività [...] la Massoneria si propone il dominio del mondo e della società, eliminando e - se fosse possibile - distruggendo la Chiesa e la religione cattolica» 44. Lo scopo della Massoneria è la Repubblica universale e la Massoneria è un'istituzione ebraica. Si chiede Mons. Leo Meurin (1825-1895):
«Imbevuta della filosofia cabalistica, la Massoneria non è forse stabilita per essere lo strumento del popolo ebraico? [...]. L'uomo archetipo, l'uomo per eccellenza, il modello di tutti gli uomini, è l’ebreo! [...]. Carlile, un'autorità massonica, dà la definizione seguente del nome di ebreo: "Il senso originale del nome [...] di ebreo era quello di un uomo savio e perfetto [...]. La parola ha lo stesso significato di Yahwéh: letteralmente è il Dio dell'uomo" 45. [...]. L'uomo perfetto è dunque l'ebreo» 46.
Sopra: Mons. Leo Meurin, Arcivescovo
di Port Louis, nelle Isole Mauritius.
Il massone perciò quando parla di perfezionamento etico dell'uomo, parla di giudaizzazione dell'umanità. Da parte ebraica, il giudaismo religione non ha compreso il senso spirituale della sua vocazione e ha creduto che il Regno del Messia sarebbe stato un regno temporale e materiale nel quale l'ebreo sarebbe il gran maestro supremo di tutto l'Universo (dei noachidi, come spiega Benamozegh).
Per l'ebreo, quindi, la religione è l'aspirazione al dominio universale. Nella Massoneria i profani sono giudaizzati (diventano noachidi o «fedeli della porta») e divengono i fedeli del sommo sacerdote dell'umanità: l’ebreo. La Càbala ha tentato fin dal nascere della Chiesa di giudaizzarla mediante lo gnosticismo,
«che era la Càbala ebraica adattata ad un fine speciale, quello di infiltrarsi nel cristianesimo nascente per distruggerlo. Opprimere l'infame eresia del Nazareno è stato sempre il più vivo e odioso desiderio dei giudei decaduti [...]. Come i loro padri avevano straziato il Corpo di Cristo coi flagelli, così i giudei dei primi secoli hanno tentato per mezzo della Gnosi, di fare a pezzi la sua Persona e la sua Natura divina [...]. Non essendo riusciti di primo colpo in quell'opera diabolica, nonostante l'alleanza della loro Sinagoga coll'eresia, perseverarono con una tenacia inaudita ad assalire il dogma cristiano creando sempre nuove sétte, figlie della Càbala, e finirono coll'associare al veleno dissolvente della loro dottrina cabalistica, l'astuzia e la violenza delle passioni umane: i giudei crearono la Massoneria, l'alleanza della Sinagoga decaduta con l'ordine decaduto della cavalleria religiosa. All'odio di Satana e dell'ebreo si aggiunse quello dell'apostata. L'inferno, la Sinagoga e l'apostasia, legate assieme contro il Signore e il Suo Cristo: ecco la storia del mondo da secoli e secoli» 47.
Se consideriamo che la Massoneria ha come genitori prossimi il paganesimo del Rinascimento e il libero esame della Riforma protestante, oltre al filosofismo illuminista, è naturale e logico concludere che
«nessuno aveva interesse a ravvivare l'antico paganesimo; il cristianesimo lo aveva sostituito in una maniera molto vantaggiosa. Non vi erano più pagani che tenessero alle credenze dei loro antenati. I soli ebrei avevano interesse ad opporsi alla consolidazione e al libero svolgimento della civiltà cristiana» 48.
Gli ebrei maestri della Massoneria
«Hiram [...], il grande eroe della favola massonica, era nato da un matrimonio misto tra un cainita ed una adimita. Suo padre era Tiziano, della stirpe di Cam, di Caino, e quindi secondo la favola [...] dei massoni un discendente di Eblis [...] che sotto forma di serpente aveva sedotto Eva. Sua madre era della tribù di Neftali, e quindi discendente di Sem, di Seth e di Adamo [...]. Questo matrimonio misto da cui è venuto l'eroe della Massoneria è il simbolo dell'alleanza tra l'ebreo e Satana, da cui è nata la società segreta [...]. Esaminiamo le dottrine della Massoneria e troveremo dappertutto l'ebreo [...]. Le decorazioni e gli insegnamenti della Loggia provano che la Càbala ebraica è la dottrina, l'anima, la base e la forza occulta della Massoneria» 49.
Sappiamo che i cabalisti hanno trasformato l'Uomo-Dio, il Verbo incarnato, in un'emanazione dell'En soph, e al contrario hanno fatto dell'ebreo Iddio stesso; quindi, aggiungiamo al deicidio il peccato luciferino di farsi "dio", e comprenderemo la rabbia e l'odio abissale dell'ebreo cabalista contro Nostro Signore Gesù Cristo e la sua Chiesa, e di conseguenza l'attività febbrile che egli mette nel distruggere tutto ciò che si oppone alla sua ambizione e nel rifabbricare il Tempio di Salomone, simbolo del suo super-governo mondiale.
L'ebreo si serve del massone come di un fedele laico in questa duplice opera di «solvere et coagulare». Gli ebrei sono l'anima della Massoneria e i rivoluzionari «cristiani» non sono che dei burattini nelle loro mani.
«L'inferno ha scatenato [...] gli errori funesti del paganesimo vinto un tempo; ha chiamato sotto il suo vessillo l'odio antico della Sinagoga decaduta e l'audacia esasperata del popolo deicida [...], ha arruolato nel suo esercito tutte le violente passioni dell'umanità viziata [...]. Tutte queste forze l'inferno le ha organizzate e le dirige contro la Chiesa di Cristo [...]. Il paganesimo, il giudaismo, l'apostasia, i vizi e le passioni, sotto la suprema direzione di Lucifero, montano assieme l'assalto alla Chiesa [...]. La sposa del Salvatore è assuefatta a vincere colla sofferenza. La Massoneria, nuova Sinagoga di Satana, sarà - come l'antica Sinagoga - vinta dalla Croce [...]. Il popolo d'Israele, quanto è grande e maestoso finché comunica col Signore, ma quanto è terribile e orrendo nel suo odio contro il Messia disconosciuto e ucciso sulla Croce! Se egli volesse solamente elevarsi dal senso materiale dei suoi Libri santi al senso spirituale sarebbe salvo [...]. Ma non lo vuole. Il suo accecamento è volontario [...], l'orgoglio ne è la spiegazione [...]. L'orgoglio di una grande intelligenza preferisce mille volte soffrire che abbassarsi e riconoscere il proprio errore. Appena si umilia davanti a Dio, l'ebreo vede "cadere dai suoi occhi delle scaglie" (At 9, 18) [...]. Perché dunque gli ebrei non vedono la verità? Perché - orgogliosamente - la cercano in una Càbala profondamente antirazionale e apertamente satanica? Non sperate, o ebrei, di poter fuggire alla sventura che vi minaccia ancora una volta! La vostra nazione deicida è in questo momento arrivata ad uno di quegli apogei di potere [...] che deve finire, come sempre, in una grande sventura nazionale. Il giorno che vi opprimerà sarà la vigilia di un'espansione vitale della Chiesa, vostra vittima, tale che la Storia non ha mai veduta. I vostri profeti lo hanno ad essa promesso»! 50.
Giudaismo e Massoneria (argomenti di ragione)
Con la distruzione di Gerusalemme e la loro dispersione (135 d. C.), gli ebrei hanno voluto portare con sé la loro patria, i dispersi non si sono separati gli uni dagli altri, non hanno cercato di fondersi con la nazione che li ospitava, non hanno voluto perdere il loro carattere di stranieri. Si sono raggruppati pertanto, ovunque andavano, in piccoli agglomerati che costituivano delle vere nazioni nella nazione.
Da questa situazione anormale nasceva inevitabilmente una diffidenza reciproca tra ospite e ospitante. L'ostilità, generata da interessi opposti, seguì ben presto tale diffidenza. Scrive l'ex massone Paul Copin-Albancelli (1851-1939) cui attingerò liberamente in questa parte dell'articolo:
«Dovette stabilirsi tra invasi e invasori [...] un regime di lotta analogo [...] a quello che esiste tra un insetto parassita e l'animale sul corpo del quale si installa. Questo si difende come può o vuole cacciare l'intruso. Il parassita, al contrario, non vuole essere scacciato [...]. Piuttosto che andarsene, si nasconde» 51.
L'opera La conjuration juive contre le monde chrétien
dell'ex massone Paul Copin-Albancelli.
Inoltre, leggiamo negli Atti degli Apostoli che, dopo la morte di Nostro Signore Gesù Cristo, l'ebraismo religione ha perseverato nel suo rifiuto e nel suo odio di Cristo. È un dato di fatto evidente e innegabile, poiché la religione ebraica post-cristiana ha mantenuto le sue idee religiose di un messianismo terreno e materiale che sono in opposizione totale con la religione cristiana.
D'altra parte, l'ebreo deve ammettere l'espansione universale della Chiesa di Cristo. La religione cattolica ha generato una civiltà, ed è contro tale civiltà e tale religione che il giudaismo lotta. Anzi, più la religione cristiana si espande più aumenta l'odio degli ebrei che hanno crocifisso il Fondatore di questa religione. È questa situazione che fa sviluppare, nel popolo ebraico, che non si arrende, un odio così implacabile contro la Chiesa e la società cristiana, uguale a quello che ritroviamo nella Massoneria.
La situazione conflittuale delle colonie ebraiche all'interno di altre nazioni fu quindi particolarmente viva nei Paesi cristiani. Il Magistero pontificio da parte sua, consigliava la prudenza nei rapporti con gli ebrei e condannava fermamente l'odio razziale; mentre gli ebrei, come abbiamo visto sopra, constatando il trionfo della religione fondata da Gesù Cristo, loro vittima, si alimentavano di un odio sempre più profondo.
Costituzione delle colonie ebraiche in società segrete e la loro evoluzione da difensive in offensive
Le società segrete, quelle cioè la cui appartenenza viene tenuta segreta agli estranei, estranei, nascono di norma quando un gruppo di persone trovandosi a vivere in uno Stato ostile, avverte la necessità di riunirsi nascostamente a scopo difensivo e di tenere segrete le proprie deliberazioni.
In una situazione analoga si vengono a trovare a partire dalla Diaspora le colonie ebraiche, specialmente tra le popolazioni cristiane: non accettano il diritto comune dei popoli ospitanti e per evitare sia l'espulsione sia l'integrazione, danno vita a società segrete «difensive». Però, tale necessità non la subiscono ab extrinseco; è invece l'effetto della libera scelta di restare una nazione (ebraica) all'interno della nazione ospitante. Si chiede Copin-Albancelli:
«Ma non è la legge della vita che le cose che iniziano siano imperfette? E dal momento che tali società segrete difensive esistevano in embrione, non è per un "iter" naturale e quasi necessario che dovessero diventare i germi di altre società segrete più perfide? [...]. Società segrete puramente difensive e puramente ebraiche: ecco dunque il punto di partenza della futura Massoneria» 52.
Con l'affermarsi e l'espandersi del cristianesimo, era necessario per l'ebraismo - sotto pena di gettare la spugna e dichiararsi sconfitto da Gesù Cristo - attaccare la religione cristiana, non apertamente, ma nel segreto, mediante l'astuzia, la menzogna e la frode; era fatale per un popolo che, disarmato e disperso in mezzo ad altri popoli, pretendeva di restare del tutto indipendente.
Gli ebrei, per poter acquisire uno stato di superiorità, furono obbligati ad osservare e studiare i difetti, le passioni e i vizi dei cristiani, anche mediante lo spionaggio e il ricatto: riuscirono così a trar vantaggio e ad imporre le loro condizioni. «Si ritrova tale attitudine non solo tra la maggior parte degli ebrei, ma anche nella Massoneria che è assai abile ad impiegare e a servirsi dei difetti degli avversari, specialmente della loro vanità» 53 (attenzione agli adulatori! N.d.R.). Mistero d'iniquità, che si perpetua nella storia, dal «non serviam» al bacio di Giuda, che l'ebraismo-religione doveva ridare incessantemente alla cristianità, in tutte le ere.
La nazione ebraica
Esistono soltanto una razza e una religione ebraica, oppure vi è anche una nazione ebraica? Se una nazione fornisce alla razza una comunità di interessi ed un ideale particolare, allora si può affermare che gli uomini appartenenti alla razza ebraica e al giudaismo-religione costituiscono una nazione. È pur vero che dal 1948 gli ebrei hanno uno Stato territoriale, ma è anche vero che si può correttamente parlare di nazione ebraica, perché gli ebrei, da sempre, considerano loro patria il mondo intero del quale, secondo la religione talmudica, si ritengono i signori 54.
Sopra: frontespizio del Talmud.
Il governo nazionale ebraico
Si obietta che non vi può essere governo nazionale ebraico: infatti, una nazione esiste solo quando vi è un governo che unisce gli interessi di coloro che abitano un dato territorio, mentre si constata che non vi è un governo unico per gli ebrei sparsi in tutto il mondo. Si può facilmente rispondere con l'esempio della Storia, che la visibilità non è un requisito fondamentale e che l'apparente assenza di un governo non significa necessariamente che non esista.
È ormai noto che la Massoneria ha fatto il Risorgimento e ha governato l'Italia dal 1870 55: apparentemente, il governo massonico non si vedeva, ma non per questo non esisteva; anzi, come affermava il primo ministro inglese Benjamin Disraeli (1804-1881), massone ed ebreo: «Il mondo è governato da tutt'altri personaggi che neppure immaginano coloro il cui occhio non giunge dietro le quinte» 56. Se si esamina la storia del popolo ebraico si deve constatare che, malgrado venti secoli di dispersione, è l'unico al mondo ad aver conservato il proprio culto, il proprio ideale religioso e nazionale, la stessa comunanza di interessi: se ne deve dedurre che esiste un governo nazionale ebraico - cioè un'autorità - che mantiene da duemila anni l'unità degli ebrei sparsi in tutto il mondo 57.
Sopra: Benjamin Disraeli.
Ora, a dispetto delle apparenze, dobbiamo convenire che esiste un governo ebraico: e questo perché esiste un popolo, l'ebraico, che ha una comunanza di ideali e di interessi («sine causa nullo effectu»). Anche la Massoneria non ha altra patria che il mondo, e tuttavia sarebbe sciocco dire che non ha un governo; esso è speciale, in quanto è occulto, ma è sempre un governo.
«Non si dà corpo senza testa, società senza governo, esercito senza generale, popolo senza pubblico potere. L'assioma romano "Tolle unum est turba, adde unum est populus" ha qui la sua piena giustificazione: senza potere direzionale la Massoneria sarebbe una massa più o meno smarrita in qualche idea sovversiva, ma che si decomporrebbe da sé invece di essere la dominatrice del mondo» 58.
Il governo nazionale ebraico è un governo occulto come quello della Massoneria
Se il governo della nazione giudaica (ossia il mondo) non si vede ma esiste, perché altrimenti non se ne spiegherebbe l'unità di intenti e di interessi da duemila anni, significa che è occulto, esattamente come quello della Massoneria. Già si è detto come le colonie ebraiche, per le speciali condizioni in cui si erano trovate, si organizzarono in società segrete difensive e offensive e come il l'ebraismo «ex natura rerum» ha fatto del segreto la sua seconda natura, per cui ha dovuto governarsi segretamente.
Ci si pone a questo punto un quesito apparentemente insolubile: come una società segreta ebraica ha potuto governare la massa della nazione ebraica sparsa in tutto il mondo senza lasciarsi scorgere? In realtà, vi è riuscita perché esiste ancora il giudaismo che, dopo la Diaspora, poteva solo o governarsi segretamente per sopravvivere come razza, nazione e religione, oppure scomparire 59.
Sopra: interno della loggia massonica Hajnal di Budapest.
Tracce storiche del governo nazionale ebraico
I - Dal 130 d. C. all'XI secolo
a) Il Gran Sinedrio
Al momento della Diaspora (135 d. C.), il popolo ebraico si trovava in condizioni normali: aveva cioè un governo visibile come tutti gli altri popoli. Fu soltanto quando fu disperso tra i pagani che fu costretto a realizzare una forma di governo atta ad una situazione straordinaria di dispersione, per poter mantenere l'unità di intenti e di ideali. Il governo ebraico al momento della caduta di Gerusalemme (70 d. C.) era esercitato dal Gran Sinedrio.
«Non vi è nulla di più grande nell'antica repubblica degli ebrei che il Sinedrio. Esso formava il Consiglio Supremo della nazione [...]. Vera assemblea sovrana, il Sinedrio aveva, negli ultimi tempi della nazionalità ebraica, sostituito la monarchia: così, la sua autorità era considerevole, era assieme dottrinale, giudiziaria e amministrativa. Interpretava la Legge. Giudicava le cause maggiori [...]. Era composto di settantuno membri, presidente compreso» 60.
b) I Patriarchi della Giudea
Dopo la dispersione ci si immaginò che il popolo ebraico, sparso nel mondo, cessasse di esistere come popolo non avendo più patria né governo. Invece abbiamo visto che il popolo ebraico non è scomparso, ma ha mantenuto la sua unità di ideali politico-religiosi, ha una patria e quindi un governo. Il Sinedrio è quindi sopravvissuto anch'esso in un modo qualsiasi, oppure si è trasformato in qualcosa d'altro? Con la rovina di Gerusalemme sotto Tito (70 d. C.) cominciò la prima grande dispersione degli ebrei nel mondo.
La seconda si ebbe sotto Adriano (135 d. C.). A partire da quest'epoca, gli ebrei furono definitivamente scacciati da Gerusalemme e dalla Palestina; quelli che non furono uccisi dai soldati di Tito, si rifugiarono in diverse regioni dell'Europa e dell'Asia. Alcuni gruppi si stanziarono in Egitto, Italia e Spagna (ebrei d'Occidente). Secondo alcuni studiosi, il loro capo risiedeva in Palestina a Safné o a Tiberiade, ed era chiamato il Patriarca della Giudea 61.
Egli agiva segretamente o anche allo scoperto, a seconda delle disposizioni degli imperatori romani verso gli ebrei. Da quando nel 429 l'imperatore Teodosio il giovane proibì al Patriarca della Giudea di riscuotere le imposte dei suoi connazionali (il che significava che l'imperatore non riconosceva la sua autorità e il suo governo), non vi è più traccia dei «Patriarchi della Giudea» nella storia. Perciò, questo governo dei Patriarchi fu costretto a trasformarsi poco a poco in governo completamente occulto, sotto pena di scomparire.
Sopra: particolare dell'Arco di Tito, a Roma,
costruito per celebrare la vittoria delle legioni romane sui ribelli ebrei.
c) I Prìncipi della cattività o dell'esilio
Ma ci fu un'altra porzione del popolo ebraico, uscito dalla Palestina dopo la distruzione di Gerusalemme, che si recò nei Paesi del Nord e dell'Est: Siria, Armenia, Georgia, Babilonia e Persia. Secondo i rabbini, fu questa l'élite della nazione chiamata «gli ebrei d'Oriente», e si ritiene che il «Patriarca della Palestina» fosse un potere secondario sottomesso a questa élite, i cui capi erano chiamati «Prìncipi della cattività o dell'esilio».
Secondo gli storici ebrei, i «Patriarchi della Giudea» erano i luogotenenti dei «Prìncipi dell'Esilio», che avevano l'autorità di capi assoluti su tutta la Diaspora e la cui dimora abituale si dice fosse Babilonia. Essi esercitavano la loro giurisdizione sugli ebrei d'Occidente tramite i «Patriarchi della Giudea», mentre sugli ebrei d'Oriente la esercitarono direttamente e pubblicamente, dal III all'XI secolo. San Girolamo (347-420) stesso, che nel IV secolo abitava in Giudea, ci dice che in quel tempo non vi erano quasi più dottori in Palestina e che il potere supremo del giudaismo aveva la sua sede in Babilonia.
Secondo il rabbino convertito David-Paul Drach (1791-1865), dalla Diaspora fino all'XI secolo i sommi capi della nazione ebraica erano scelti tra i dottori della Legge. Su questa successione ininterrotta di dottori, i talmudisti odierni si basano per affermare che Israele ha sempre avuto veri dottori della Legge e non ha cessato di avere alla sua guida un vero potere spirituale legittimo...
«Secondo gli autori della Ghemarà di Babilonia, i "Principi dell'Esilio" erano i legittimi successori del sommo potere concentrato precedentemente nella tribù di Giuda [...]. Quindi, vi erano nel VI secolo d. C. a Babilonia, presso i "Principi dell'Esilio", dei veri dottori della Legge, come nel passato a Gerusalemme, presso il Sommo Sacerdote [...]. Il potere si era trasferito da Gerusalemme a Babilonia» 62.
Sopra: l'ex rabbino David-Paul Drach e la sua opera maggiore:
De l'harmonie entre l'église et la synagogue.
Esistono quindi delle tracce storiche dell'esistenza del governo al quale obbediva la nazione ebraica sparsa in tutto il mondo, e queste dimostrano che tra il governo visibile e quello occulto ve ne fu uno di transizione.
II - Dall'XI secolo ai giorni nostri
Dall'XI secolo, i califfi orientali impauriti dalla potenza dei «Prìncipi dell'Esilio», divennero nemici degli ebrei e misero a morte il loro capo Ezechia (1005 d. C.). Gli ebrei lasciarono Babilonia e alcuni si rifugiarono in Arabia; gli altri, in maggior numero, vennero in Occidente, fino in Francia e in Spagna. A partire dall'XI secolo, la Storia non ci parla più dei «Prìncipi dell'Esilio»; forse che questo fatto indica che scomparvero realmente e che gli ebrei rimasero senza governo?
Se si guarda solo la Storia «esteriore» si dovrebbe rispondere di sì, ma noi sappiamo che il giudaismo si era strutturato in forma di società segreta e quindi ha potuto benissimo continuare ad essere governato segretamente dall'XI secolo fino ai nostri giorni. Nel lasciare Babilonia per l'Occidente si può notare una sorta di avvicinamento del potere occulto ebraico a Roma, dove risiedeva il Vicario del nemico mortale dell'ebraismo-religione, Gesù Cristo. Necessariamente, i profughi si unirono agli ebrei delle colonie ebraiche preesistenti e il giudaismo, per evitare l'assorbimento, si organizzò con un governo ancora più occulto e definitivamente strutturato in società segreta.
Sopra: Gran Sinedrio nell'Ottocento.
L'azione giudaico-massonica nei confronti del cristianesimo
Il Cardinale José María Caro Rodríguez (1866-1958), Arcivescovo di Santiago e Primate del Cile, afferma:
«È fuor di dubbio che l'azione della Massoneria contro la santa Chiesa cattolica non è altro che la continuazione della guerra a Cristo praticata dall'ebraismo da millenovecento anni ad oggi. Una lotta tremenda, in quanto basata sul segreto, l'inganno e l'ipocrisia [...]. Non dimentichiamoci che il giudaismo è il più implacabile [...] nemico del cristianesimo [...]. L'odio al cristianesimo e alla Persona di Cristo ha una storia remota e non può essere guardato e giustificato come risultato di una persecuzione; forma invece un tutt’uno con la tradizione rabbinica, che ha le sue origini in epoca molto anteriore a quella in cui eventualmente si verificò una qualsiasi persecuzione di ebrei da parte dei cristiani» 63.
Sopra: il Cardinale José María Caro Rodríguez.
Maurice Pinay dal canto suo aggiunge:
«La secolare lotta intrapresa dalla nostra santa Madre Chiesa cattolica contro l'aberrazione ebraica [...] non è stata originata [...] dall'intolleranza cattolica. È stata invece l'incommensurabile malvagità dei giudei che ha imposto l'adozione di misure difensive, vista la mortale minaccia per la cristianità rappresentata da una religione siffatta [...]. Gli ebrei pretendono di imporre ai cattolici questa tesi: combattere l'ebraismo è illecito. È chiaro che [...] combatterlo non è soltanto giusto ma doveroso» 64.
Sopra: Complotto contro la Chiesa, un saggio scritto nel 1962, usando
lo pseudonimo Maurice Pinay, da alcuni cattolici messicani tra
cui il teologo Padre Joaquín Sáenz Arriaga s.j..
Il giudaismo-religione è una sètta segreta
«Il problema della moderna religione ebraica è che si tratta di una religione segreta [...]. Gli ebrei, infatti, dopo la crocifissione del Signore occultarono durante i secoli le loro dottrine e i loro riti. Perché? Il motivo è chiaro: perché le loro dottrine e i loro riti rappresentavano una minaccia per gli altri uomini. Da ciò la necessità di mantenere il segreto [...]. Un testo talmudico reca: "Partecipare qualcosa della nostra Legge ad un gentile equivale alla morte di tutti gli ebrei, perché se i goym venissero a conoscere ciò che noi insegniamo nei loro riguardi, senza dubbio ci sterminerebbero" 65. La bugia è sempre stata l'arma principale di quella che Nostro Signore Gesù Cristo chiamò, sin da allora, la Sinagoga di Satana» 66.
Sopra: 2 dicembre 2013, Città del Vaticano; Francesco I riceve in dono
un tipico candelabro ebraico dal premier israeliano Benjamin Netanyahu.
L'Illuminismo, il giudaismo e la Massoneria
Dal XVIII secolo, secondo l'ebreo convertito Joseph Lémann, si assiste alla glorificazione dell'ebraismo:
«Con quale fine (l'inferno) cercherà di pervertire i resti indistruttibili di Israele, di renderli inadatti ai disegni di Dio (che vuole la conversione e non la morte del peccatore; N.d.R.) mediante la corruzione: così da rendere impossibile la loro conversione [...]. Due grandi correnti di pensiero [...] saranno i mezzi di esecuzione di tale piano: il protestantesimo e l'Illuminismo [...]. Il Filosofismo illuminista cercherà di disorganizzare la società cristiana [...] di modo che il cristiano diventi se non proprio lo schiavo, almeno l'inferiore, e l'ebreo il maestro [...]. Il fine del Filosofismo era la formazione di una società nuova (scristianizzata) e universale [...]. Vi arriverà con l'aiuto di due massime [...]. La prima: "Tutte le religioni sono buone" [...]. Allora non più dispute tra religioni, poiché sono tutte buone, diamoci la mano. Questo è l'accomodamento che propone nel XVIII secolo il Filosofismo e con la sua bonomia soggioga e inganna [...]. È facile capire come un tal sistema favorisse l'ebraismo. Una voce - la stessa che parlò ad Eva nel Paradiso terrestre [...] gli dirà: "Non avete sentito? Tutte le religioni sono buone! Ma allora non vi è più motivo di tenervi separati, a causa della vostra religione, che è buona come le altre. Riprendi coraggio Israele, il Filosofismo è il tuo emancipatore come Mosè" [...]. La seconda massima è questa: "Gli ebrei sono uomini come gli altri". Anche qui è facile capire quanto la nuova morale sociale favorisse gli ebrei. La stessa voce (del Serpente) dirà loro: "Siccome siete uomini come gli altri, entrate in lizza. A voi [...] tutte le carriere, a voi gli onori e il potere...". Per riassumere, quale è il risultato che vuole ottenere il Filosofismo? Questo [...] spingere tutti gli uomini a formare un nuovo ordine sociale in cui tutti saranno uguali e liberi, senza che sia tenuto in alcun conto - nell'avvenire - la dignità del cristiano. La dignità dell'uomo, unicamente la dignità dell'uomo, sarà la condizione d'entrata nella nuova società [...]. Ai miei occhi non vi è più dignità del cristiano o indegnità del giudaismo [...]. Un simile piano non poteva uscire che dall'inferno [...]. I fautori di una nuova società esclusivamente umanitaria (la nuova cristianità di Maritain e di Dignitatis Humanæ; N.d.R.) [...] devono essere distribuiti in due categorie: la massa dei cristiani degenerati [...] e una piccola truppa di ebrei avanzati. La massa dei cristiani degenerati: ecco i primi fautori di questa società società umanitaria in cui si prepareranno assieme la decadenza dei popoli cristiani e la preponderanza della razza ebraica [...]. A capo di tale moltitudine [...] bisogna mettere la scuola volterriana. Ma parlare così non significa forse commettere un errore storico? Non è Voltaire presentato come il nemico scatenato degli ebrei? Sì, senza dubbio [...], nella sua rabbia li avrebbe sterminati tutti, se avesse potuto. Tuttavia, il volterianesimo era molto utile agli ebrei. Loro stessi lo dicono: "Se Voltaire ci è stato funesto, il voltairianesimo ci è stato eminentemente utile" 67 [...]. Scelta per arrivare sino alla fine del mondo, la razza ebraica [...] è paziente. Sa attendere, e riduce a suo profitto anche i suoi nemici. Gli oltraggi non la scuotono: colui che la oltraggia passa, essa no! [...]. Voltaire ha oltraggiato gli ebrei, ma ha oltraggiato ancor di più la divina figura del Cristo. Punizione: il voltairianesimo è diventato profittevole per gli ebrei. E come? Indebolendo tra i popoli divenuti voltairiani (neopagani; N.d.R.) lo spirito di fede e la dignità dei costumi antichi, di modo che, non essendo più protetti da ciò che li rendeva superiori - questi popoli viziati, degenerati, in una parola voltairriani - diverranno più facilmente [...] le prede degli ebrei negli affari privati e poi negli affari pubblici [...]. Riassumendo: con il loro spirito scettico, libertino e "frondeur", e con il loro ritorno alla natura, i salotti francesi del XVIII secolo prepararono, nella vita pratica, la sostituzione della società umanitaria alla società cristiana; e col bisogno dell'oro per i loro divertimenti [...] prepararono lo scettro all'oro degli ebrei»! 68.
La Massoneria collettore di tutte queste forze anticristiane
Nonostante tutte queste forze dissolutrici (paganesimo umanista e rinascimentale, Riforma protestante e Illuminismo) il cristianesimo era ancora una grande potenza pubblica che impediva alla nuova società umanitaria (la Repubblica Universale) di imporsi completamente nella vita civile. Ecco la necessità di ricorrere alle società segrete per combattere la cristianità non a cielo aperto, ma nell'ombra e nel segreto, mediante l'ipocrisia, la menzogna e la mancanza di franchezza! Tali società segrete, malgrado certe divergenze apparenti e accidentali, perseguono tutte lo
stesso fine: sopprimere Cristo Re delle nazioni, e rimpiazzarlo con il culto dell'uomo. Continua Joseph Lémann:
«Queste diverse società segrete perdono le loro denominazioni particolari (manichei, albigesi, templari, sociniani, martinisti, Illuminati) verso la fine del XVIII secolo, e sono denominate sinteticamente «Massoneria». La Massoneria è il vasto abisso che riceve, con i tradimenti del XVIII secolo, i miasmi e le pestilenze dei secoli precedenti [...]. Ma la Massoneria come i voltairiani e tutti gli altri traditori (dei quali Giuda è il prototipo; N.d.R.) gioverà agli ebrei, in quanto essa è il collettore e il confluente di tutti i tradimenti. Verrà un tempo in cui questo grido d'allarme si farà sentire: "L'ebraismo governa il mondo, e bisogna necessariamente concludere o che la Massoneria si è ebraica, o che il giudaismo si è fatto massone» 69.
Sopra: l'ebreo Anthony Sayer (1672-1742),
primo Gran Maestro della Gran Loggia di Londra.
Recentemente, Louis Pauwels (1920-1997), massone convertitosi al cristianesimo, ha dichiarato a Vittorio Messori:
«C'è un complotto mondiale di forze anticristiane che mirano ad indebolire (e se possibile a dissolvere in un umanesimo di belle parole, ma impotente) la fede dei cattolici» 70.
Lucifero e la Massoneria
Scrive Pierre Virion (1899-1988):
«Come Cristo, Capo invisibile della Chiesa cattolica, è rappresentato visibilmente quaggiù dal Papa, così Satana, capo invisibile dell'esercito del male, comanda ai suoi soldati per mezzo di uomini [...], sempre liberi di sottrarsi ai suoi ordini ed alle sue ispirazioni» 71.
Louis Pauwels Pierre Virion
Mons. Meurin da parte sua scrive:
«L'opinione di quasi tutti gli autori che trattarono della magia diabolica, è che tutti i rami e le pratiche della stregoneria devono la loro origine alla Càbala ebraica 72. L'adorazione della Stella fiammeggiante, del Baphomet e le formule scritte in caratteri geroglifici per l'evocazione dei demoni [...] sono indizi sufficienti che la Massoneria, in certi Gradi delle sue retro-Logge, si dà apertamente alle pratiche della Magia diabolica [...]. Il complesso della Massoneria cabalistica, soprattutto la sua guerra accanita contro la Rivelazione divina, il soprannaturale e il cristianesimo, sono altrettante prove che la Massoneria è una sètta veramente satanica» 73.
Mons. Antonino Romeo (1902-1979), celebre esegeta, precisa a sua volta:
«Il satanismo più profondo e capillare è l'apoteosi dell'uomo, con la riduzione della religione e della morale a cosa libera [...]. Il culto di Satana si concentra nelle "messe nere", nefande orge miste a profanazioni eucaristiche, presiedute possibilmente da sacerdoti traviati, derivazioni dell'antico "sabbato", con pratiche grottesche che ricordano formule e riti massonici [...]. Covo segreto del satanismo è certamente la Massoneria, la quale eredita fede e costumi dallo gnosticismo cainìta [...]. La Massoneria, unica nello spirito e nelle leggi fondamentali, è l'anti-Chiesa internazionale [...]. Dal "papato-massonico" [...], invisibile, ignoto agli stessi iniziati comuni, dipendono i destini dei popoli [...]. Lo spiritismo-occultismo e la Teosofia [...] sono la religione e la filosofia naturista promossa dalla Massoneria. Il satanismo massonico si manifesta principalmente nella profanazione di ostie consacrate. A Friburgo in Svizzera (Rue Grand' Fontaine, 41) chiunque può vedere, in una vasta grotta, oggi cappella d'adorazione riparatrice, gli arnesi che servivano ai satanici riti» 74.
Sopra: Mons. Antonino Romeo.
Anche secondo l'eminentissimo Cardinal Caro Rodriguéz, «in certe Logge si rende culto a Lucifero o a Satana» 75. Infine, La Civiltà Cattolica medesima si esprime così:
«Il satanismo, onde la Massoneria è invasata contro quanto sa di cattolico, da nulla è così scaltramente alimentato, come dalla penna, dai maneggi, dalle suggestioni e dall'oro degli israeliti» 76.
Conclusione
Penso che per concludere questo articolo non vi sia nulla di meglio che riassumere l'Enciclica di Leone XIII (1810-1903) Humanum genus (1884) sulla Massoneria. Il Papa ricorda che vi sono due razze, due città, due stendardi: quello di Lucifero e quello di Nostro Signore Gesù Cristo, il mondo e la Chiesa; essi sono sempre in lotta tra loro. «Ma ai tempi nostri i partigiani della città del male, ispirati e aiutati da quella società che [...] piglia il nome di società Massonica, pare che tutti cospirino assieme e tentino le ultime prove. Poiché [...] insorgono [...] contro la sovranità di Dio; lavorano [...] alla rovina della santa Chiesa».
È dovere del Papa - quindi - denunciare la sétta; la Massoneria è funesta allo Stato e alla Chiesa dato il suo scopo e la sua natura; nel giro di mezzo secolo la Massoneria si è propagata in tutto il mondo fino a «sembrar quasi padrona degli Stati». Le sétte sono varie «che sebbene diverse di nome [...] pur sono strettamente legate tra loro per affinità di scopi e convengono in sostanza con la Massoneria». Sono segreti i loro ultimi e veri intendimenti, i capi supremi più influenti, influenti, «il candidato deve promettere di non rivelare [...] gli affiliati [...], le dottrine della sétta».
Sopra: S. S. Papa Leone XIII.
Gli iscritti devono promettere obbedienza cieca e assoluta ai maestri ed ove manchino devono essere pronti anche a subire la morte. Il fine della Massoneria è: «Distruggere da capo a fondo tutto l'ordine religioso e sociale quale fu creato dal cristianesimo, e pigliando fondamenti e norme dal naturalismo, rifarlo di sana pianta. Questo che abbiamo detto [...] va inteso della sètta massonica in se stessa [...], non già dei singoli massoni, nel numero dei quali possono esservene non pochi che, sebbene colpevoli di essersi impigliati in congreghe di questa sorta, tuttavia non piglino direttamente parte alle male opere di essa e ne ignorino altresì lo scopo finale».
Il principio del naturalismo è la superiorità della natura sulla Grazia, della ragione sulla Rivelazione, e siccome la Chiesa romana è la dispensatrice della Grazia e la depositaria della Rivelazione, «somma contro di Lei è la rabbia e l'accanimento dei nemici». La Massoneria sostiene la separazione tra Chiesa e Stato, di modo che il Magistero e l'autorità della Chiesa non abbiano nessuna influenza sulla società. «Ma contro la Sede Apostolica e il Romano Pontefice arde più accesa la guerra».
Prima fu attaccato il suo potere temporale per poter poi togliere di mezzo quello spirituale e distruggere il Papato.
«È veramente scopo supremo dei massoni perseguitare con odio implacabile il cristianesimo, ed essi non si daranno mai pace fino a che non vedano a terra tutte le istituzioni religiose fondate dai Papi. Che se la sétta non impone agli affiliati di rinnegare espressamente la fede cattolica, codesta tolleranza, invece di guastare i disegni massonici li aiuta. Poiché in primo luogo è questo un modo di ingannare facilmente i semplici e gli incauti [...]. Poi con aprire le porta a persone di qualsiasi religione si ottiene il vantaggio di persuadere col fatto il grande errore moderno dell'indifferentismo religioso e la parità di tutti i culti: via opportunissima per annientare le religioni tutte e soprattutto la religione cattolica che, unica vera, non può senza enorme ingiustizia essere messa in un fascio con le altre».
Sopra: Il 27 ottobre 1986, fu convocata da Giovanni Paolo II (1920-2005) una Giornata mondiale di preghiera
per la pace, ad Assisi, a cui presero parte i rappresentanti di tutte le grandi religioni mondiali.
Siccome le anime viziose sono fiacche e servili, la sétta cerca di «tirare le masse a satollarsi di licenza: così da averle poi come docile strumento ad ogni più audace disegno». La sétta vuole altresì dopo diciotto secoli risuscitare i costumi e le istituzioni del paganesimo «per distruggere la religione fondata da Dio stesso».
L'unico vero rimedio contro la giudeo-Massoneria
Continua Leone XIII: «Nella virtù della religione divina [...] consiste la migliore e più salda speranza di rimedio efficace, a questa virtù è necessario prima di ogni cosa ricorrere contro il comune nemico». Il Papa scende poi da questo principio universale ai dettagli pratici:
1°) Togliere la maschera (di società puramente filantropica o di beneficenza) alla Massoneria; bisogna insegnare agli uomini, per iscritto e a viva voce, quale sia la natura, l'origine e il vero scopo della Massoneria.
2°) Infondere nel popolo l'amore per l'istruzione religiosa senza la quale non si può amare Dio e praticare le virtù, e di conseguenza non si riuscirà mai a combattere efficacemente la giudeo-Massoneria.
3°) Vigilare specialmente sulla gioventù, sui suoi buoni costumi e spiegare ai giovani la perversità delle società segrete.
4°) Infine, il Papa conclude: «Le nostre fatiche umane non sarebbero sufficienti a svellere questa perniciosa zizzania dal campo del Signore se il Celeste Padrone della vigna non ci darà il suo aiuto in maniera copiosa. Bisogna quindi pregare Iddio che ci aiuti [...]. Tutti i buoni devono riunirsi in una vastissima società di azione e di preghiera».
Leone XIII si raccomanda quindi alla Madonna debellatrice di tutte le eresie, Colei che dovrà schiacciare il capo del Serpente infernale («Ipsa conteret»); a San Michele che fu il primo ad abbattere l'orgoglio di Lucifero («Quis ut Deus»), a San Giuseppe patrono universale della Chiesa e agli Apostoli Pietro e Paolo sui quali la Chiesa romana è fermissimamente arroccata. «Non prævalebunt»!
Il sito del Grand'Oriente d'Italia ha ospitato per un certo periodo di tempo il video di una conferenza il cui oratore è stato il rabbino-capo della Comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni. Presente era anche l'allora Gran Maestro Gustavo Raffi. Nonostante ci siano ignoti la data e luogo dell'evento, questo filmato (di 33:15) è di grande aiuto per capire le affinità che legano la società massonica alla Sinagoga.
N.B.: Il filmato (61,2 MB) non è di buona qualità, ma l'audio è accettabile; cliccare sull'immagine sottostante per visionarlo.
Articoli correlati:
- Nota sull'antisemitismo
Note
1 Articolo estratto dalla rivista Sodalitium (Anno IX, nº 34, Giugno-Luglio 1993, pagg. 18-34).
2 Cfr. La Stampa, del 3 novembre 1992.
3 Cfr. Hiram, novembre 1992.
4 Cfr. E. Benamozegh, Israele e l'umanità, Marietti, Torino 1990, pag. 49.
5 Cfr. B. Lazare, L'antisemitisme («L'antisemitismo»), Documents et Témoignages, Vienna 1969, pag. 167.
6 Cfr. J. Lémann, L'entrée des Israelites dans la société française («L'ingresso degli israeliti nella società francese»), Avallon, Parigi 1886 (1987), pag. 234.
7 Cfr. H. C. Puech, Storia delle religioni. Esoterismo, spiritismo, Massoneria, Universali Laterza, Bari 1981, pagg. 160, 163, 178.
8 Cfr. France-Inter, del 21 dicembre 1988.
9 Cfr. The Jewish Tribune, New York, del 28 ottobre 1927.
10 Cfr. Freemason, del 2 aprile 1930.
11 Cfr. La Logia, nn. 7-8, 1928.
12 Cfr. La Civiltà Cattolica, serie XIV, vol. VIII, 1890; cit. in R. Piperno, L'antisemitismo moderno, Universale Cappelli, Rocca San Casciano 1964, pagg. 124-129).
13 Cf. R. Esposito, Le grandi concordanze tra Chiesa e Massoneria, Nardini, Firenze 1987, pag. 136; vedi anche G. Vannoni, Le Società segrete, Sansoni, Firenze 1985, pag. 45.
14 Cfr. U. Fidele, Le décalogue de Satan («Il decalogo di Satana»), ciclostilato in proprio, sine loco et data, pag. 36.
15 Cfr. E. Benamozegh, op. cit., pagg. 198-213.
16 Ibid., pagg. 213-214.
17 Ibid., pagg. 263-268.
18 Ibid., pagg. 269-270.
19 Cfr. U. Fidele, op. cit., pag. 36.
20 Cfr. E. Benamozegh, op. cit., pag. 271.
21 Cfr. G. Vannoni, op. cit., pagg. 45-46.
22 Cfr. Vérité Israélite, vol. V, 1861, pag. 74.
23 Cfr. L. de Poncins, Christianisme et franc-maçonnerie («Cristianesimo e Massoneria»), D.P.F., Chiré-en Montreuil 1975, pag. 112.
24 Cfr. Mons. E. Jouin, Le péril judéomaçonnique («Il pericolo giudaico-massonico»), in Revue internationale des Societés Secrètes, vol. II, Parigi 1921, pagg. 1-7.
25 Cfr. E. Drumont, La France Juive («La Francia ebraica»), Parigi 1885, Marpon et Flammarion, pagg. 310-329. Sarà anche utile leggere su questo soggetto:
R. Gougenot des Mousseaux, Le juif, le judaîsme et la judaîsation des peuples chrétiens («L'ebreo, il giudaismo e la giudaizzazione dei popoli cristiani»), Plon, Parigi 1869, pagg. 263-272; J. Boyer, Los peores enemigos de nuestros pueblos («I peggiori nemici dei nostri popoli»), Ediciones Libertad, Bogota 1979, pagg. 113-140; J. A. Cervera, La red del poder («La rete del potere»), Ediciones Dyrsa, Madrid 1948, pagg. 87-147; L. Ferraro, El ultimo protocolo («L'ultimo protocollo»), Arca de la Alianza cultural, Madrid 1986, pagg. 79-115; E. Couvert, La gnose contre la foi («La gnosi contro la fede»), DPF, 1989, pagg. 100-102; De la gnose à l'œcumenisme («Dalla gnosi all'ecumenismo»), DPF, Chiré 1983, pagg. 32-36. A. De Lassus, Connaissance élémentaire de la Franc-maçonnerie («Conoscenza elementare della Massoneria»), Action Familiale et Scolaire, Parigi 1991.26 Cfr. J. Darmesteter, Coup d'oeil sur l'histoire du peuple juif («Sguardo sulla storia del popolo ebraico»), Parigi 1881.
27 Cfr. Mons. E. Jouin, op. cit., pag. 7; vedi anche Mons. H. Delassus, La Conjuration antichrétienne («La congiura anticristiana»), Desclée, Lille 1910, vol. II, pagg. 420-428; 564-577; 613-628; 675-688).
28 Cfr. B. Lazare, op. cit., pag. 167.
29 Cfr. Square and Compasses, Nouvelle-Orléans, febbraio 1921, pag. 13.
30 Cfr. P. G. Caprile s.j., Massoni e Massoneria, La Civiltà cattolica, Roma 1958, pagg. 8-9.
31 Cfr. The Israelite, del 3 e 17 agosto 1855.
32 Cfr. Mons. E. Jouin, op. cit., pag. 14.
33 Cfr. B. Lazare, op. cit., pagg. 162-170.
34 Cfr. Mons. E. Jouin, op. cit., pagg. 85-87.
35 Ibid.
36 Cfr. Mons. E. Jouin, op. cit., pagg. 85-90.
37 Cfr. A. J. G. Findel, Vermischte Schriften («Scritti misti»), Leipzig 1902, vol. II, pag. 92.
38 Cfr. Mons. E. Jouin, op. cit., pagg. 100-116.
39 Ibid., pagg. 118-119.
40 Cfr. Mons. L. Meurin, La Frammassoneria Sinagoga di Satana, Ufficio della Biblioteca del Clero, Siena 1895, pagg. 17-18.
41 Ibid., pag. 44.
42 Cfr. J. Crétineau-Joly, L'église Romaine en face de la Révolution («La Chiesa di Roma di fronte alla Rivoluzione»), vol. II, pagg. 85-88.
43 Cfr. Mons. N. Deschamps, Les sociétés secrètes et la société («Le società segrete e la società»), Seguin, Avignone 1881, vol. I, pagg. CI-CVII.
44 Cfr. P. G. Caprile s.j., op. cit., pag. 15.
45 Cfr. R. Carlile, Manual of Freemasonry («Manuale della Massoneria», pag. 177.
46 Cfr. Mons. L. Meurin, op. cit., pagg. 84-86.
47 Ibid., pagg. 113-114.
48 Ibid., pag. 142.
49 Cfr. Mons. L. Meurin, op. cit., pagg. 173-174.
50 Ibid., pagg. 414-415.
51 Cfr. P. Copin-Albancelli, La conjuration juive contre le monde chrétien («La congiura ebraica contro il mondo cristiano»), Parigi 1909, La Renaissance Française, pag. 302.
52 Ibid., pagg. 310-311.
53 Ibid., pag. 315.
54 «Bisogna anche sapere che «il giudaismo come religione ha una dimensione nazionale, come il popolo ebraico come nazione ha una dimensione religiosa [...]. Per capire le radici religiose ed il fondamento spirituale della nazionalità ebraica [...]. Bisogna capire perché presso un ebreo l'impegno spirituale è così intimamente legato all'appartenenza al popolo ebraico» (cfr. «Appel de la Fraternité œcumenique de recherche théologique en Israël», 30 novembre 1975, in Les églises devant le judaisme, éd. du Cerf, Parigi 1980, pagg. 186-187). Il dr. Gerhart Riegner, segretario generale del Congresso Mondiale Ebraico, ha affermato che «popolo e terra hanno un posto essenziale nella fede ebraica» (ibid., pag. 368, 10 gennaio 1975). Perciò religione, popolo, nazione nel giudaismo fanno un tutt'uno.
55 «Ebreo era il segretario di Cavour, Isacco Artom [...]. Ebreo era Giacomo Malvano, che fu direttore degli affari politici, segretario generale del ministero degli Esteri dal 1879 al 1907 [...]. Ebreo era il generale Giuseppe Ottolenghi, che divenne ministro della guerra nel 1902 [...]. Di padre ebreo era Sidney Sonnino, che fu due volte presidente del Consiglio (1906 e 1909) [...]. Ebreo era Luigi Luzzati che [...] fu presidente del Consiglio nel 1910. Ebreo era Alessandro Fortis [...], presidente del Consiglio [...] tra il 1905 e il 1906. Ebreo fu infine Ernesto Nathan, amico di Mazzini e sindaco di Roma dal 1870 al 1913» (cfr. S. Romano, I falsi protocolli, Il Corbaccio, Milano 1993, pag. 81.
56 Cfr. B. Disraeli, Coningsby, Parigi 1884, pag. 184.
57 Possiamo facilmente essere tratti in errore su questo tema, poiché siamo abituati a vedere un governo solo ove vi è unità territoriale.
58 Cfr. P. Virion, Bientôt un gouvernement mondial? («Ben presto un governo mondiale»?), Téqui, Parigi 1967, pag. 218.
59 Cf. M. Pinay, Complotto contro la Chiesa, Roma 1962, pagg. 95-110.
60 Cfr. J. Lémann, Napoleon Ier et les Israelites («Napoleone I e gli israeliti»), Avallon, 1988.
61 Cfr. E. Chabauty, Les juifs nos maîtres («Gli ebrei nostri padroni»), 1882.
62 Cfr. P. Copin-Albancelli, op. cit., pag. 350. 6) Anche lo storico ebreo Paul Johnson conferma che «gli ebrei più fortunati, nei secoli bui, erano quelli che vivevano in Babilonia, sotto gli Esiliarchi (i "Prìncipi dell'Esilio"; N.d.R.). Questi Prìncipi più potenti e secolari dei Nasi ("Presidente del Sinedrio") palestinesi ("Principi della Palestina"; N.d.R.), vantavano la diretta discendenza davidica dai re di Giuda e vivevano con una certa pompa nei loro palazzi [...]. L'ebraismo babilonese si era sempre considerato come il custode della più rigida tradizione ebraica e quello di sangue più puro. Il Talmud babilonese asseriva: "Tutte le nazioni sono come pasta paragonate al lievito della Terra d'Israele, e Israele è pasta paragonato a Babilonia" (Kiddushin, 71 a) [...]. Tuttavia, Babilonia non era sicura per gli ebrei» (cfr. P. Johnson, Storia degli ebrei, Longanesi, Milano 1987, pagg. 182-183. Nella Piccola Enciclopedia dell'Ebraismo si legge: «L'età doro delle accademie babilonesi durò fino alla metà dell'XI secolo circa, in corrispondenza della fioritura dei califfati arabi» (cfr. J. Maier-P. Schafer, Piccola Enciclopedia dell'Ebraismo, Marietti, Casale 1985, pag. 77).
63 Cfr. J. M. Caro Rodriguéz, El misterio de la Masoneria («Il mistero della Massoneria»), Editorial Difusion, Buenos Aires 1954, pagg. 267-268.
64 Cfr. M. Pinay, op. cit., pagg. 151-152.
65 Cfr. Divre en Dav, fol. 37.
66 Cfr. M. Pinay, op. cit., pagg. 155-156.
67 Cfr. Archives Israélites, giugno 1878, pag. 324.
68 Cfr. J. Lémann, L'entrée des Israelites dans la société française, pagg. 205-227.
69 Cfr. Revue des questions historiques, 62ème livraison, 1º aprile 1882; cit. in J. Lémann, op. cit., pagg. 213-228.
70 Cfr. V. Messori, Inchiesta sul cristianesimo, SEI, Torino 1987, pag. 152. Sarà utile consultare Epiphanius, Massoneria e sétte segrete: la faccia occulta della Storia, Trento, sine data.
71 Cfr. P. Virion, op. cit., pag. 217.
72 «La Càbala pratica si occupa di teurgia (operazione magica in cui si stabiliscono contatti con le forze demoniache; N.d.R.) e [...] di magia; è là che si trovano principalmente i misteri e i segreti della Càbala: procedimenti bizzarri, giuramenti terribili, simboli sinistri, presi in prestito non solo al giudaismo infedele, ma alla Persia, all'India, all'Egitto, alla Caldea. Con somma perfidia, la Càbala pratica ammette anche formule e operazioni odiose contro la religione cattolica e i cristiani [...]. La Càbala nella sua parte pratica è infernale» (cfr. J. Lémann, op. cit., pag. 235).
73 Cfr. Mons. L. Meurin, op. cit., pagg. 199-200.
74 Cfr. Mons. A. Romeo, voce «Satanismo», in Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano 1953, vol. X, coll. 1954, 1958-1959.
75 Cfr. J. M. Caro Rodriguéz, op. cit., pag. 130.
76 Cfr. La Civiltà Cattolica, serie XIV, vol. VIII, 1890, pag. 142.