Per
un movimento come il nostro che non si limita a riformare la
politica italiana, ma vuole modificarne in profondità i
paradigmi fasulli, quando non sono putridi, su cui si fonda, è
essenziale individuare le facce del potere reale. Quello che
determina la sofferenza di popoli, lo sfruttamento delle risorse
ambientali, la speculazione finanziaria a livello planetario,
che promuove le guerre tra le nazioni, gli organismi
geneticamente modificati, che non ha rispetto per i diritti
umani.
Il sionismo è una di queste facce, forse una delle più
pericolose.
Vediamo perché.
Il sionismo è descritto come un movimento
nazionalistico che ha voluto dare una patria sicura, la
Palestina, agli ebrei “perseguitati da sempre” (si sono mai
chiesti la ragione?), e questo dovrebbe bastare per assicurargli
legittimità? Quando è mai successo nella storia umana che una
minoranza etnica prendesse possesso di una terra a scapito di
una maggioranza che vi abitava da secoli e con il consenso di
organi internazionali come le Nazioni Unite che non avevano tra
le loro prerogative quella di costituire degli Stati?
Infatti, fu la prima e unica volta che accadde nella storia del
diritto internazionale.
Israele è l’espressione evidente a livello politico, militare e culturale dell’ideologia sionista. Un’ideologia esclusivista, fondata su una concezione arcaica del mondo e dei rapporti tra gli uomini, che nega la dimensione universalistica che la stessa cultura ebraica ha saputo manifestare. Essere sionista significa ritenere che essere ebreo non si esprima nei dettami religiosi e morali del giudaismo, ma in una concezione di superiorità di tipo razziale e quindi discriminante nei confronti di chi ebreo non è.
Israele è uno stato che ha scelto di non avere confini dichiarati e nemmeno una Costituzione scritta, poiché essendo la natura dello stato sionista, coloniale, espansionistica e razzista, ogni enunciazione ufficiale e pubblica ne impedirebbe la finalità occulta: l’espansionismo geopolitico in medio – oriente e il controllo dominante dei gangli vitali del potere finanziario, politico, militare e dell’informazione planetaria.
Le riserve di bombe nucleari che detiene senza dichiararle servono come monito a tutto il mondo: ” Attenti a mettervi contro di noi”. Infatti, molteplici sono le dichiarazioni di politici e militari israeliani che minacciano, Europa inclusa, attacchi missilistici con testate nucleari nel caso l’esistenza d’Israele fosse minacciata.
L’entità sionista che è materializzata nello stato ebraico d’Israele è una realtà neocoloniale, ma sopra ogni cosa è un’economia capitalistica aggressiva, neoliberale da cui tutte le popolazioni del mondo, comprese la nostra, sono controllate. Il nostro Paese viene governato da governi di destra o sinistra, indistintamente, asserviti ai potenti gruppi finanziari-economici ebraici sionisti, nazionali ed esteri. Questo naturalmente avviene in tutto l’Occidente.
I mezzi di comunicazione in Italia di proprietà di questi gruppi (Elkan, De Benedetti, Murdoch) e che vedono la direzione e il coivolgimento di convinti ebrei sionisti (Mieli, Mentana, Minum, Lerner, Ferrara, Levi, Lowenthal, Nierstein, Cohen, etc.) tengono la politica italiana sotto ricatto: impensabile per un politico che vuole emergere o governare, cioè tutti, muovere critiche ad Israele o porsi contro gli interessi di questi gruppi.
Carlo De Benedetti che si vanta d’avere la tessera numero uno
del PD, con la sua finanziaria si occupa di:
- media (editoria, radio, television e internet) con il gruppo
Espresso.
- sanità (residenze per anziani e centri di riabilitazione) con
la società HSS-Holding Sanità e Servizi. Azionista della
Novartis.
- energia (elettricità e gas) con la società Sorgenia.
- componenti auto (filtri e sistemi per sospensioni) con la
società Sogefi.
- servizi finanziari con le con le società Jupiter Finance,
Ktesios e altre
Dietro lo scandalo del vaccino della ” suina” acquistato in grandi dosi dal governo Berlusconi e rimasto inutilizzato, c’è la tessera numero uno del PD Carlo De Benedetti azionista italiano, naturalizzato svizzero, del colosso farmaceutico elvetico Novartis, venditore del vaccino.
Un altro esempio che propongo riguarda i rapporti tra Italia e Israele in campo militare, ma cosa ci “vende” Israele di così appetibile? Quella che viene definita l’unica democrazia del Medio- Oriente sfrutta la condizione dei palestinesi per sviluppare le tecniche di pacificazione sociale e di occupazione come laboratorio di prova per capire e avviare le più opportune strategie per controllare e soggiogare i popoli. Infatti, lo stato sionista non vende solo armamenti, ma soprattutto tecniche segrete di controllo delle masse e tecnologie atte a questo scopo. I contenuti degli accordi segreti, pieni di omissis, tra Italia e Israele e ovviamente tra questo e tanti altri stati al mondo riguardano esattamente questi ambiti. Stiamo con i palestinesi perché sono le cavie di questi esperimenti e gli esiti di questi riguardano noi e l’intera umanità.
Vediamo adesso quale ruolo ha recitato la lobby ebraica sionista nelle decisioni strategiche militari U.S.A.
La guerra all’Iraq non è stata lanciata per il
petrolio, o almeno non solo per questo, bensì a
vantaggio di Israele, concepita dalla lobby sionista e dai
neo-conservatori in USA. L’obiettivo mirava a porre Israele in
posizione dominante in Medio Oriente, nel quadro di un piano che
intende consolidare il controllo globale USA. Molte sono state
in questi anni le testimonianze di personalità sia politiche che
militari che hanno denunciato con chiarezza che quella in Iraq è
stata una guerra condotta al servizio di Israele.
E ancora oggi la sola componente della società USA che sta
premendo sulla Casa Bianca perché scateni il confronto militare
con l’Iran, è l’establishment sionista. Parlo di organizzazioni
come l’American Israel Public Affairs Committee (AIPAC) e della
miriade di organizzazioni ebraiche che come formiche operose si
adoperano per portare a casa consistenti vantaggi, politici ed
economici, per Israele.
Credo utile ricordare un documento redatto verso la fine
degli anni 90 dalla lobby neocon il cui nome era “Project for a
new american century” PNAC, fondata da Dick Cheney e Donald
Rumsfeld, presidente era l’ebreo sionista William Kristol,
costituita in maggioranza da ebrei di cui molti sono amici e
soci in affari politici dell’attuale primo ministro israeliano
Netanyahu. Esaminiamo di questo documento i seguenti
passi:”bisogna stabilirsi solidamente in Medio Oriente, per
realizzare il piano di cambiamento di regime e sovversione che
poi prenderà il nome di Grande Medio Oriente; per consolidare lo
stato di Israele e permettergli di concentrare le proprie
energie su la cosa più necessaria per il paese: rinvigorire la
propria idea nazionale”.
Ancora in questo progetto si afferma che le missioni militari
per garantire la pace “richiedono un’egemonia politica americana
e non quella delle Nazioni Unite”.
Nel documento si scopre anche la preoccupazione
dell’amministrazione americana rispetto alla possibilità che
l’Europa possa diventare un’antagonista degli USA.
Si prevede che l’Iran possa dimostrarsi una minaccia agli
interessi statunitensi, si mette la Cina sotto i riflettori per
un “cambio di regime”, dicendo che “è arrivata l’ora di
aumentare la presenza delle forze armate americane nell’Asia
sudorientale”. Ciò potrebbe portare a una situazione in cui “le
forze americane e alleate forniscano la spinta al processo di
democratizzazione in Cina”.
Si consiglia la creazione delle”US Space Forces”
(“forze spaziali statunitensi”) per dominare lo spazio, e
prendere l’intero controllo del ciberspazio in modo da impedire
che i “nemici” usino internet contro gli Stati Uniti.
Si propone lo sviluppo di armi biologiche, nei prossimi decenni,
che pure sono state messe al bando. Il testo dice: “nuovi metodi
di attacco, elettronici, “non letali”, biologici, diventeranno
sempre più possibili….il combattimento si svolgerà in nuove
dimensioni, nello spazio, nel ciberspazio, forse nel mondo dei
microbi… forme avanzate di guerra biologica in grado di prendere
di mira genotipi specifici potranno trasformare la guerra
biologica in un’arma politicamente utile”.
Ovviamente non mancano le attenzioni a Corea del Nord, Libia,
Siria ed Iran poiché regimi pericolosi e si sostiene che la loro
esistenza giustifica la creazione di un “sistema mondiale di
comando e di controllo”. Questo progetto non è scaduto con la
fine del governo Bush, si è, necessariamente, rinnovato nei suoi
interpreti che vedono in Baraka Obama e nel suo staff, ad alta
presenza di ebrei sionisti, metodi e volti nuovi.
C’è in USA una coalizione di dodici organizzazioni femminili ebraiche, il cui nome è “One Voice for Israel”, formatasi nel 2002, per rispondere alla pubblicità negativa seguita alla distruzione del villaggio palestinese di Jenin per mano dell’esercito israeliano. Ogni anno, nel corso di un raduno chiamato simpaticamente “Take-5″, questa coalizione fa sì che un milione di donne ebree chiamino al telefono la Casa Bianca allo stesso momento, e il giorno seguente il Congresso americano. Riescono in questo modo a far saltare i centralini del Campidoglio. E’ uno dei modi con cui la lobby ebraico- sionista mostra la sua potenza, che è enorme, spropositata se si considera che gli ebrei negli Stati Uniti non superano il 2% della popolazione. Il 22 febbraio prossimo, possiamo esserne certi, telefoneranno alla Casa Bianca per spiegare al presidente cosa fare con l’Iran.
Molto ci sarebbe da dire sul ruolo egemonico della lobby ebraica sulla politica americana, ma si può affermare con certezza che il cuculo ebraico-sionista con la tecnica di sostituire le uova altrui con le proprie si è impadronito del cielo dell’aquila americana.
Ritengo utile ricordare alcuni fatti che bene possono illustrare la natura sionista.
La promessa del ministro Balfour. Era il 2 novembre del 1917, il ministro degli esteri britannico Arthur Balfour scrive una lettera al barone Lionel Walter Rothschild, principale rappresentante della comunità ebraica inglese, e referente del movimento sionista, con la quale il governo britannico affermava di guardare con favore alla creazione di un focolare ebraico in Palestina.
Chi erano i protagonisti di questo storico atto?
Il ministro Balfour era membro della Round Table (la società
segreta del progetto imperiale britannico). La sua famiglia,
inoltre, appare tra i fondatori della Loggia «Quatuor Coronati»,
la loggia madre di Londra, sede dell’archivio mondiale massonico
e dispensatrice della «regolarità» alle logge straniere. La
«Quatuor Coronati» fu fondata nel 1884 dal gran maestro della
Massoneria britannica che era, guarda caso, nient’altro che il
re d’Inghilterra, Edoardo VII.
Lionel Walter Rothschild era il più potente banchiere
ebreo inglese, appartenente alla dinastia di coloro che
capirono già nel ‘700 che prestare denaro a governi e monarchie
era assai più vantaggioso che farlo nei confronti di singoli
privati, poichè i prestiti non solo erano di maggiore entità, ma
venivano anche assicurati dalle tasse delle varie nazioni.
Quindi abbiamo un ministro Balfour debitore e un banchiere
Rothschild creditore.
Una testimonianza di Vladimir Jabotinsky, il sionista di destra, fondatore del movimento revisionista ebraico ( da cui proviene il Likud, fautore di una presa di possesso della terra con le armi ) è illuminante sulla figura del banchiere sionista. Nel 1929, Jabotinsky ebbe un colloquio con Rotshilld, e dopo registrò:«Dicono che sono un estremista? A confronto con il barone, sono un moderato… Io, ad esempio, sono disposto ad accettare una maggioranza di ebrei in Palestina del 55-60%, mentre egli vuole che la Palestina sia completamente ebraica… E’ un sionista, è un visionario che vuole l’indipendenza ebraica anche più di quanto la vogliamo noi».
Questa è una frase di David Ben-Gurion eroe nazionale israeliano e capo del primo governo nel ‘48: “Se avessi saputo che era possibile salvare tutti i bambini della Germania trasportandoli in Inghilterra, e soltanto la metà trasferendoli nella terra d’Israele, avrei scelto la seconda soluzione perchè a noi non interessa soltanto il numero di questi bambini ma il calcolo storico del popolo d’Israele”. Quali menti malate potevano partorire un pensiero simile? Quelle che hanno privato i palestinesi della loro terra e che guida ancora oggi dopo 62 anni l’entità sionista denominata Israele.
Per concludere, come forza politica che
vuole dare soluzione alle storture del nostro tempo, non
possiamo limitarci ad una semplice critica delle ingiustizie
israeliane, la natura del sionismo va ben oltre, ha mille
sfaccettature.
La Palestina rappresenta la linea di confine del confronto
globale tra dominazione e libertà.
La Palestina è il barometro della condizione del mondo.